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Come preparare la propoli?

Riscaldata a bagnomaria la propoli si separa in due fasi, in superficie emerge la fase liquido-cerosa mentre sul fondo precipita la fase viscoso-resinosa. La propoli risulta poco solubile in acqua; più efficace è la sua solubilità in alcool etilico, propilenglicole e polietilenglicole. Solventi più efficaci sono l’etere, l’acetone, il benzene e la trielina che però a causa della loro tossicità possono essere impiegati unicamente per la determinazione della qualità dei differenti tipi di propoli. Tra i numerosi componenti della propoli il gruppo dei polifenoli o flavonoidi (flavoni, flavonoidi e flavononi ) è sicuramente la frazione più interessante e studiata per le sue proprietà.

I flavonoidi sono pigmenti vegetali, simili alle antocianine, la cui funzione nelle piante è ancora poco nota ma che con molta probabilità svolgono una duplice azione di protezione e di stimolo di fondamentali funzioni metaboliche come per esempio la respirazione. Di certo i flavoni si trovano in grande quantità sulle gemme delle piante dove esplicano un’efficace azione protettiva contro le avversità parassitarie e i rigori dell’inverno, azione protettiva che è ulteriormente accentuata dal rivestimento resinoso-ceroso delle stesse gemme.

Le sue peculiarità

La peculiarità della propoli, la cui principale fonte come sappiamo è costituita da materiali resinosi raccolti dalle api sulle gemme, risiede proprio nella grande ricchezza di flavonoidi che assicurano alla propoli gran parte delle loro proprietà antimicrobiche. Secondo alcuni studiosi sovietici circa un terzo della frazione di propoli solubile in alcool etilico è costituito da composti di natura flavonoide, tra questi è stata identificata la galangina e la pinocembrina dotate di azione batteriostatica e la sakuranetina che presenta attività antifungina.

Oltre ai flavonoidi nella propoli si ritrovano altre sostanze di natura aromatica (fenoli, fenolacidi, alcoli e aldeidi con nucleo aromatico, ecc.) che presentano spiccate proprietà antimicrobiche come per esempio l’acido benzoico, e l’acido ferulico che con molta probabilità contribuiscono aviazione batteriostatica e battericida della propoli. Altri composti individuati nella propoli sono alcuni esteri dell’acido caffeico e lo xanterolo, tutti dotati di attività antifungina. In passato la spiccata azione antibatterica e antifungina veniva assegnata a quel 0,5% di oli essenziali presenti nella propoli, ma oggi è stato provato come sono proprio i flavonoidi e in particolare
la galangina (di cui è ricca la propoli raccolta nei boschi di latifoglie) e la pinocembrina (presente soprattutto nella propoli proveniente dalle conifere) ad assicurare alla propoli le sue preziose proprietà antimicrobiche.

Se sei interessato alle peculiarità della propoli e vuoi saperne di più, puoi passarci a trovare a Monte San Pietro (BO), nella nostra sede di via Fosse Ardeatine, 18 oppure scriverci una mail a flavio@ianuaapi.it. Ti aspettiamo!

 

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